venerdì 9 settembre 2016

Ecobonus del 65% ai condomini, in cosa consiste il piano Delrio-Morando

Ecobonus del 65% ai condomini, in cosa consiste il piano Delrio-Morando
Il governo sembra aver accolto la proposta dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie: estendere ai grandi condomini l’ecobonus del 65% già in vigore per le riqualificazioni energetiche. Un intervento da inserire nella prossima legge di Stabilità e il cui costo verrebbe anticipato da un fondo da 4-5 miliardi costituito da Cassa depositi e prestiti insieme a “soggetti privati come banche e operatori di settore”. L’Enea ha pensato a un meccanismo che prevederebbe l’intervento di Cdp per finanziare i lavori, in questo modo sarebbe possibile superare il problema dell’incapienza fiscale e della difficoltà di cedere il credito alle imprese che hanno eseguito i lavori in condominio. La proposta sembra essere stata favorevolmente accolta dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e dal viceministro dell’Economia, Enrico Morando, prevedendo l’introduzione di una figura intermedia, Esco o multiutility, che si faccia garante degli interventi. Il governo ha deciso di snellire le procedure e creare un fondo che anticipi la spesa delle aziende. Tale fondo fornirà i soldi a una Esco, società di specializzazione in lavori di riqualificazioni, o a una multiutility. Il 65% tornerà alla Esco negli anni in detrazioni (di fatto una cessioni di credito). Il 10% del costo sarà anticipato dai condomini che pagheranno il resto in bolletta come per il canone Rai, con un piccolo interesse. Secondo Delrio, il mercato potenziale vale tra i 10 e i 12 miliardi. Il nuovo meccanismo si applicherebbe agli interi edifici condominiali, in ottica di un efficientamento profondo con il beneficio esteso a tutte le unità del condominio. Il costo degli interventi verrebbe finanziato per il 90% da un fondo ad hoc, mentre il rimanente 10% resterebbe a carico dei proprietari. Il fondo recupererebbe in 10 anni il 65% dell’investimento attraverso il bonus Irpef e in parte sarebbe rimborsato con una quota minore a carico degli inquilini del palazzo, pagabile a rate su un orizzonte decennale. Il piano del governo è stato accolto favorevolmente da Legambiente. In una nota, Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, ha affermato: “La proposta del Ministro Delrio, di puntare sulla riqualificazione energetica degli edifici condominiali va nella giusta direzione per rilanciare l’economia: rilanciando il settore edilizio, in crisi da tempo, puntando proprio sulla riqualificazione energetica diffusa delle città italiane”. Legambiente ha poi sottolineato che sono circa venti milioni gli italiani che vivono in edifici condominiali dove pagano bollette che possono arrivare fino a 2mila euro per il riscaldamento. Edifici colabrodo da un punto di vista energetico che, per ottenere un’adeguata climatizzazione, contribuiscono enormemente all’inquinamento delle città. Secondo Legambiente, l’intervento nella Legge di stabilità dovrebbe perseguire tre obiettivi fondamentali, in grado di far superare le barriere oggi esistenti per questi interventi.
- Dare certezza all’ecobonus per le riqualificazione energetica attraverso una proroga di almeno tre anni, indispensabile per permettere gli interventi anche dove occorre ottenere il consenso dei diversi condomini.
- Revisione delle detrazioni fiscali previste dagli ecobonus, per premiare la riduzione dei consumi energetici da parte delle famiglie. Bisogna superare l’attuale divisione degli incentivi - al 50% la detrazione per interventi senza obblighi energetici e al 65% gli altri - per passare a un sistema trasparente e premiale legato al salto di classe energetica delle abitazioni, in modo da garantire davvero alle famiglie una riduzione dei consumi per il riscaldamento e delle bollette.
- Semplificazione degli interventi di retrofit energetico degli edifici, per superare il paradosso per cui nel nostro Paese gli interventi per realizzare cappotti termici e schermature solari con obiettivi di riduzione energetica e miglioramento della qualità degli edifici sono difficilissimi da realizzare, quando invece, proprio in quegli edifici costruiti a partire dagli anni Cinquanta ciò sarebbe una vera necessità, oltre che una grande opportunità per riqualificare complessivamente il patrimonio abitativo delle città.
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