giovedì 27 novembre 2014

Assicurazione sulla casa: non è obbligatoria ma potrebbe diventarlo

Assicurazione sulla casa: non è obbligatoria ma potrebbe diventarlo
Almeno per il momento, l’assicurazione sulla casa non è ancora obbligatoria ma, dopo i drammatici avvenimenti di questi ultimi anni, alluvioni che hanno letteralmente cancellato interi paesi, il Governo aveva lanciato l’ipotesi dell’obbligatorietà. La proposta avrebbe coinvolto tutti i proprietari di immobili residenziali ma, soprattutto, quelli residenti in zone a rischio alluvioni, terremoti, smottamenti ed eventi naturali in generale.
Della legge non se ne è fatto nulla ma il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici ha immediatamente espresso parere negativo, sostenendo che l’assicurazione sulla casa obbligatoria risolverebbe poco e niente sul piano sostanziale, ma costituirebbe un costo molto rilevante per il proprietario. Costi che andrebbero ad aggravare la crisi del settore immobiliare e al trattamento fiscale già penalizzante. Esistono, comunque, vari tipi di assicurazione sulla casa che è importante tenere in considerazione oltre ai più probabili furto e incendio. Tra le tante, anche quella riguardante le case in affitto, una garanzia del proprietario che dovesse eventualmente danneggiare l’immobile locato, la polizza potrebbe assicurare qualsiasi danno ricevuto.
Una breve panoramica sulle varie tipologie di assicurazioni sulla casa:
- Polizza furto: tutela il proprietario dell’immobile in caso di furto e risarcisce i danni da scasso ed il danneggiamento degli oggetti;
- Polizza calamità naturali: assicura i danni provocati da terremoto, alluvioni, smottamenti e simili subiti dall’abitazione;
- Polizza guasti da riparazione: copre anche le garanzie legate alle utenze del gas, acqua o elettricità, eventuali riparazioni e danni indiretti in caso di guasti per i quali è richiesto l’intervento di un tecnico;
- Polizza per la responsabilità civile casa: copre i danni non intenzionali provocati dall’assicurato e dalla sua famiglia a terzi che si trovano dentro o nelle vicinanze dell’abitazione;
- Polizza multirischio: la formula più completa che copre qualsiasi rischio dal furto all’incendio ai danni causati da calamità naturali.
L’assicurazione sulla casa è da considerare un elemento fondamentale per chi acquista in una zona ad alta sismicità, la polizza assicura danneggiamenti a persone e cose; tutela l’immobile per una eventuale ricostruzione e copre le spese dovute ad infortuni, nella speranza che lo Stato intervenga.
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lunedì 24 novembre 2014

In zona panoramica, Villetta a schiera con ampio giardino esclusivo


MORRO D’ALBA
In zona panoramica soluzione indipendente cielo - terra in radiosa villetta a schiera sviluppata in 165 mq. composta da: Ampio e luminoso soggiorno/cucina, 3 camere, studio, 4 bagni, stireria e 2 balconi e scala interna di collegamento con taverna di 78 mq comprendente un altro bagno. Completa la proprietà: garage di 40 mq. Giardino esclusivo di 280 mq. Finiture di pregio. Predisposizione impianto di allarme ed aria condizionata. 
Classe Energetica F. Indice di prestazione energetica: <132,5 KWh/mq. anno.
AMD 5505 - euro 370.000
Per maggiori informazioni vi invitiamo a telefonare al numero 0731.206860

giovedì 20 novembre 2014

Deduzione irpef del 20% per chi compra e poi affitta casa, come funziona

Deduzione irpef del 20% per chi compra e poi affitta casa, come funziona
Per gli acquisti effettuati dal 1 gennaio 2014 fino al 31 dicembre 2017 dalle persone fisiche di immobili residenziali di nuova costruzione rimasti invenduti alla data di entrata in vigore (12 novembre 2014) della legge 164 di conversione spetta una deduzione irpef pari al 20% del prezzo di acquisto dell'immobile. Si tratta di un beneficio che determina una riduzione del reddito imponibile su cui calcolare le imposte. La deduzione spetta anche in caso di immobili residenziali che abbiano formato oggetti di interventi di ristrutturazione edilizia o di restauro e di risanamento conservativo (articolo 3, comma 1, lettera c e d del testo unico dell'edilizia).
Limite spesa - La deduzione irpef pari al 20% del prezzo di acquisto dell'immobile può avvenire nel limite massimo della spesa pari a 300mila euro. L'importo massimo della deduzione, inoltre, non può superare i 60mila euro, il risparmio fiscale dipenderà dall'aliquota marginale del contribuente.
A chi spetta - La deduzione non è prevista solo per gli acquisti effettuati dall'1 gennaio 2014 fino al 31 dicembre 2017 di immobili residenziali di nuova costruzione rimasti invenduti alla data di entrata in vigore (12 novembre 2014) della legge 164 di conversione, ma anche per le spese sostenute per la costruzione dell'immobile su aree edificabili già possedute dal contribuente prima dell'inizio dei lavori o sulle quali sono già riconosciuti diritti edificatori. In questo caso le spese di costruzione su cui calcolare il bonus devono essere attestate dall'impresa che ha eseguito i lavori. Altro aspetto da tenere a mente riguarda il fatto che durante la fase di conversione è stata prevista l'estensione del beneficio anche agli interessi passivi dipendenti da mutui contratti per l'acquisto delle unità immobiliari rientranti nel perimetro applicativo dell'agevolazione.
Condizioni - Ma ci sono delle condizioni affinché la persona fisica possa beneficiare della nuova deduzione. Innanzitutto, l'immobile residenziale, rimasto invenduto al termine dei lavori di costruzione, deve essere concesso in locazione entro sei mesi dall'acquisto o dal termine dei lavori di costruzione. La locazione deve durare almeno otto anni e deve avere carattere continuativo. Secondo quanto previsto dalla legge di conversione, il diritto alla deduzione non viene meno se, per motivi non imputabili al locatore, il contratto di locazione si risolve prima degli otto anni previsti, ma in tale ipotesi, per evitare la decadenza dal bonus, deve essere stipulato un nuovo contratto entro un anno dalla precedente risoluzione.
Caratteristiche immobile - L'immobile deve essere di tipo residenziale e non deve avere caratteristiche di lusso, questo vuol dire che non deve essere classificato o non deve essere classificabile nelle categorie a1, a8 o a9. L'immobile, poi, non deve essere ubicato nelle zone omogenee di classe e, cioè destinate ad usi agricoli. Un altro aspetto da tenere presente è la prestazione energetica dell'immobile, che deve essere in possesso di una certificazione energetica di classe A o B.
Canone - Per quanto riguarda il canone richiesto, quest'ultimo non deve essere superiore a quello determinabile secondo i criteri e i parametri di cui alla convenzione tipo approvata dalla regione (articolo 19 dpr 380/2001). In alternativa, il canone di locazione non deve essere superiore al minor importo tra quello relativo ai contratti a canone concordato (articolo 2, comma 3 legge 431/1998) e quello stabilito ex articolo 3, comma 114, della legge 350/2003. Tra il locatore e il conduttore non devono sussistere rapporti di parentela entro il primo grado.
Usufrutto - Secondo quanto stabilito dalla legge di conversione, la deduzione è riconosciuta anche nel caso di immobili ceduti in usufrutto a soggetti pubblici o privati operanti dal almeno 10 anni nel settore degli alloggi sociali. Deve però essere mantenuto il vincolo alla locazione.
Quota deduzione annuale - L'importo della deduzione deve essere suddiviso in otto quote di pari importo a partire dall'anno in cui l'immobile acquistato risulta concesso in locazione.
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lunedì 17 novembre 2014

Il caminetto, una soluzione originale per riscaldare l'ambiente di casa

Il caminetto, una soluzione originale per riscaldare l'ambiente di casa
Se state per ristrutturare la vostra casa e state pensando a qualcosa di originale per il riscaldamento o che abbia anche un grande valore estetico, una soluzione che fa per voi è quella del caminetto. Diversamente da quello che può sembrare, può essere scelto anche da chi vive in ambienti residenziali, seguendo i dovuti accorgimenti. Al giorno d'oggi, infatti, questa soluzione è più che altro decorativa, anche se offre comunque delle prestazioni di altissimo livello e di altissima affidabilità. Il caminetto si offre come oggetto di numerosi modi per arredare case, con tipologie e modelli molto varie, che si differenziano per materiali utilizzati per la combustione e funzionalità.
Qualche informazione di base
Tutti sappiamo cos'è, ma pochi sanno in realtà come funziona un camino e soprattutto che ne esistono davvero di moltissimi tipi. Il camino è infatti il primo metodo di riscaldamento e nel tempo, grazie alle numerose innovazioni tecniche, ha avuto un importante evoluzione, con la produzione di numerosi modelli che sfruttano nuove soluzioni e nuove tecnologie. Sostanzialmente è un fabbricato solitamente inserito in una parete o in un angolo, nel quale si accende la fiamma. Il fumo viene fatto uscire dalla canna fumaria.
Esistono camini di vario tipi iniziando dal tipo classico, cioè quello a camera aperta, cioè quello con il braciere aperto verso la stanza, oppure il termocamino, o camino a camera chiusa, che non è a contatto con l'ambiente, ma è separato da uno schermo in vetro. Con il termocamino c'è la possibilità di riscaldare altri ambienti attraverso un sistema di trasferimento dell'aria calda.
Ogni caminetto che si rispetta, funziona grazie ai vari tipi di combustibile che cambia da modello in modello. Quello utilizzato tradizionalmente e anche il più affascinante è il legno, ma ce ne sono anche altri, sfruttabili grazie alle nuove tecnologie, come il pellet, il gas e il bioetanolo. Il pellet è un combustibile ricavato dalla segatura essiccata e compressa in cilindri molto piccoli, prodotti senza sostanze chimiche. Il camino a bioetanolo invece, è il cosiddetto camino ecologico che non produce fumi nocivi. Il bioetanolo è ricavato attraverso biomasse vegetali e si presenta sotto forma di liquido. A seconda del materiale utilizzato per la combustione, il camino può essere costruito in modi diversi: nel caso del bioetanolo per esempio, il camino può anche non avere una canna fumaria, visto che non produce fumi.
I camini possono inoltre essere costruiti in diverse forme, e di diversi materiali, utilizzati soprattutto per i rivestimenti. Gli interni infatti sono solitamente in materiale refrattario, oppure in ghisa, con un pannello in vetro nel caso dei termocamini. 
Come scegliere un camino
Proprio per questa grande varietà di  opzioni, scegliere il camino che si adatti nel migliore dei modi alla nostra casa è sempre molto complicato. Naturalmente sono due le cose particolarmente determinanti: la prima è data dalle nostre esigenze, la seconda è legata al tipo di ambiente in cui verrà inserito, soprattutto per quanto riguarda l'arredo con il quale dovrà essere abbinato. Scegliere un camino adatto alle nostre esigenze è determinato dall'uso che intendiamo fare e dai consumi. Per esempio se noi stiamo in casa per l'intera giornata vuol dire che consumeremo di più e per questo motivo conviene utilizzare un combustibile meno costoso come può essere la legna, che riesce a riscaldare in maniera graduale. Questa soluzione è inoltre molto vantaggiosa se riusciamo a procurarci la legna facilmente, soprattutto se viviamo in campagna.
Al contrario, se utilizziamo poco un ambiente domestico, la soluzione di un camino a pellet, per esempio, può essere molto più vantaggiosa. Infatti con il camino a pellet è possibile regolare l'accensione e lo spegnimento dell'impianto, in modo da trovare l'ambiente riscaldato nel momento in cui stiamo per rincasare. Il pellet è più costoso rispetto agli altri combustibili, però permette di riscaldare velocemente anche un numero più grande di ambienti.
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mercoledì 12 novembre 2014

Riforma del catasto al via, nuovo censimento per 62milioni di immobili

 

Riforma del catasto al via, nuovo censimento per 62milioni di immobili
Il governo ha spinto l'acceleratore sulla riforma del catasto. Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo sulle commissioni censuarie (nate in Italia nel 1886), primo passo della riforma del catasto per censire gli oltre 62 milioni di immobili presenti nel nostro Paese. Per completare il tutto servirà del tempo (si ipotizzano tra i 3 e i 5 anni), ma il cammino è iniziato. Le commissioni dovranno validare i criteri sui quali si baseranno le nuove valutazioni di calcolo delle rendite - con le quali viene determinata la base imponibile dei tributi - che verranno fatte sui metri quadri e non più sul numero dei vani. L'obiettivo della riforma è superare un'impostazione che appartiene ormai al passato. Oggi, infatti, le rendite catastali sono il risultato di classificazioni e caratteristiche non più attuali. Un esempio classico è rappresentato dalle abitazioni delle zone centrali delle città in origine classificate come popolari, magari perché prive di bagno interno, e poi con il tempo diventate case di lusso. Adesso le cose sono destinate a cambiare e di conseguenza cambierà il prelievo, che presumibilmente per questo tipo di immobili aumenterà, per diminuire invece per le abitazioni di nuova costruzione delle zone semiperiferiche. Ma andiamo a vedere cosa stabilisce il decreto legislativo sulle commissioni censuarie approvato dal consiglio dei ministri. 
Le commissioni censuarie: composizione - Il testo fissa le regole di composizione e funzionamento delle commissioni censuarie, che negli ultimi anni avevano perso di significato e che adesso torneranno a funzionare. A livello locale, sarà il presidente del tribunale locale ad occuparsi delle nomine dei presidenti delle commissioni e dei membri, questi ultimi in particolare (effettivi e supplenti) verranno scelti tra i nomi proposti da associazioni di categoria e ordini professionali (e designati dal prefetto) dall'agenzia delle entrate e dall'anci. Ogni commissione locale (costituita da 6 componenti effettivi e 6 supplenti) sarà organizzata in tre sezioni: una si occuperà della revisione degli estimi, una seconda avrà competenza sui fabbricati, una terza sui terreni. la commissione centrale sarà costituita da 25 componenti effettivi, di cui 4 di diritto, e 21 supplenti, più il presidente, che sarà nominato con dpr su proposta del ministro dell'economia e previa delibera del consiglio dei ministri. La durata in carica di presidenti e componenti delle commissioni censuarie è di 5 anni, non rinnovabili; il loro operato deve essere ispirato ai principi di terzietà, imparzialità e neutralità. Non possono essere componenti delle commissioni i parlamentari, i membri del governo e delle giunte regionali e comunali, soggetti che ricoprono incarichi direttivi o esecutivi nei movimenti politici, i prefetti. Tra i motivi di incompatibilità ci sono anche l'appartenenza alla guardia di finanza, ai corpi di polizia, alle forze armate, la rappresentanza di contribuenti nei rapporti con l'amministrazione finanziaria o con i comuni nell'ambito di controversie tributarie.
Le commissioni censuarie: funzioni - Con le commissioni censuarie sarà possibile riprendere le attività di gestione delle revisioni dei quadri tariffari estimali e, soprattutto, di validazione degli algoritmi che definiranno questi valori e le rendite. Le commissioni censuarie, infatti, dovranno definire i nuovi valori da utilizzare per gli estimi catastali, stabilendo il valore medio ordinario di tutti gli immobili attraverso l'elaborazione di un coefficiente che terrà conto della qualità del manufatto, della sua collocazione, dell'anno di costruzione, dello stato conservativo degli immobili e dei valori immobiliari della zona di cui fa parte. In futuro, il nuovo valore degli immobili - ed è questo il cuore della riforma - sarà calcolato non più sul numero dei vani, ma sui metri quadri. Nel dettaglio, le commissioni locali (106) dovranno approvare i quadri tariffari delle unità immobiliari urbane e quelli delle qualità e classi dei terreni, collaborando alle revisioni del catasto urbano e validando gli algoritmi necessari all'attribuzione delle nuove rendite catastali. La commissione censuaria centrale, con sede a Roma, sarà invece giudice sui ricorsi presentati dalle entrate, dai comuni e da associazioni di categoria contro le decisioni delle commissioni locali sui quadri delle categorie e delle classi catastali.
Il valore patrimoniale - La rendita catastale verrà definita a partire dai redditi da locazione medi (fonte omi), tenendo conto della localizzazione e delle caratteristiche edilizie dei beni per destinazione catastale e ambito territoriale. Il valore così ottenuto verrà moltiplicato per la superficie dell'immobile e a questa cifra verranno poi applicate riduzioni legate alle spese sostenute per la manutenzione straordinaria, l'assicurazione e i costi di amministrazione.
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lunedì 10 novembre 2014

Consigli per ristrutturare completamente la vostra casa


Consigli per ristrutturare completamente la vostra casa
Ci sono periodi in cui si ha voglia di un cambiamento e nei quali basta un semplice taglio di capelli non basta. Se non vi riconoscete più nella vostra casa o semplicemente qualora il cambiamento fosse necessario e dettato da cause di forza maggiore, cogliete la palla al balzo per operare un totale restyling della vostra casa. Questo è infatti il momento ideale: il governo ha confermato le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e ha promosso il Platfond casa, ovvero la possibilità di ricevere un mutuo sulle ristrutturazioni a tasso agevolato da molti istituti di credito. Dunque questo è l’anno giusto per compiere la ristrutturazione completa di un immobile. Cercheremo qui di seguito di darvi dei consigli utili per la ristrutturazione completa di una casa.
Organizzare gli spazi
La progettazione della vostra nuova casa deve tener conto di tutte le vostre esigenze in modo da poter realizzare ambienti che siano curati, confortevoli e piacevoli da vivere. La tendenza oggi è quella di ottimizzare gli spazi, eliminando tutte le aree superflue come corridoi e spazi di passaggio. L’open space è ad esempio una soluzione di arredamento che è molto di tendenza da diversi anni ed è un cavallo di battaglia del design contemporaneo. Tuttavia per preservare la calma e l’accoglienza della vostra abitazione vi consigliamo vivamente di operare una netta divisione tra la zona giorno e la zona notte, cercando di destinare a quest’ulitima la parte più silenziosa della vostra casa, come ad esempio quella che può affacciare su un cortile interno e non direttamente su strada.
Togliere, non aggiungere
Le case della prima metà del secolo scorso si sono sempre contraddistinte nell’arredamento attraverso una certa ricchezza nel mobilio. La moda passata infatti prevedeva molti elementi di arredo nelle diverse stanze, così come numerosi soprammobili. Lo stile contemporaneo invece predilige l’essenzialità, spazi ampi abbelliti da un mobilio contenuto e funzionale, meglio se di design. Le linee liberty e primi novecento, le loro decorazioni e la loro ricchezza lasciano spesso spazio a forme geometriche. Ma anche qualora nel gusto si preferissero elementi d'antiquariato, il consiglio resta sempre quello di limitare la quantità del mobilio per dare un respiro più ampio alla casa. Questo non significa che dovrete rinunciare a quel bel comò, cimelio di famiglia, che tanto amate. La chiave del successo di una casa con personalità è quella di saper integrare l’antico con il moderno, sia attraverso soluzioni di arredamento che attraverso trasformazioni dei mobili originali, ad esempio attraverso la tecnica dello shabby.
Largo al colore!
Ambienti ampi e colorati sono quelli che colpiscono subito l’occhio. Il colore sulle pareti infatti oltre ad influire positivamente sull’umore può essere un alleato speciale in una ristrutturazione. Di per sé è già un elemento decorativo quindi non richiede necessariamente l’ausilio di quadri o stampe per non far sembrare spoglia una casa. Potrete giocare attraverso colori più forti in cucina o in sala da pranzo, oppure lasciare le stanze di color bianco ottico e scegliere per queste oggetti particolarmente colorati e vividi che vi risaltino. Oppure ancora potrete scegliere dei colori pastello per dare alle vostre stanze un tono più chic e classico, senza però rinunciare ad avere un ambiente con personalità.
Limitiamo i consumi, abbattiamo le bollette
Infine una ristrutturazione completa di un immobile è una vera occasione per attuare l’ottimizzazione energetica della vostra abitazione. Installare nuovi impianti elettrici ed isolare porte e finestre e la vostra abitazione per evitare dispersioni di calore faranno sicuramente precipitare le vostre bollette. Un investimento importante quindi, sia per l’ambiente che per le proprie tasche!
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venerdì 7 novembre 2014

In splendida posizione, Casa colonica di 150 mq. completamente ristrutturata


A 9 km da Jesi
Nel rispetto delle caratteristiche architettoniche marchigiane, casa colonica su due livelli di 150 mq. completamente ricostruita nel 2012 e composta da: Soggiorno con camino, cucina abitabile, 2 camere, 2 bagni e ripostiglio/lavanderia. Completano la proprietà: Giardino di 2.000 mq. e 2 ha di terreno coltivato e con ulivi. Finiture di pregio con saliente recupero dei materiali originali. Riscaldamento a pavimento, pannello solare. Splendida la posizione.
Classe Energetica B. Indice di prestazione energetica: <69,493KWh/mq.anno.
Colonica delle Magnolie - euro 375.000
Per maggiori informazioni vi invitiamo a telefonare al numero 0731.206860

mercoledì 5 novembre 2014

Ecobonus per il fotovoltaico: requisiti tecnici e adempimenti


Ecobonus per il fotovoltaico: requisiti tecnici e adempimenti
L’ecobonus per il fotovoltaico rientra fra le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico, come per l’installazione di pannelli solari. E consente al contribuente di portare in detrazione d’imposta il 65%, o 50% dal 2015, della spesa sostenuta per queste installazioni. La detrazione va fruita in 10 anni con il modello 730 o Unico. Ma sono indispensabili idonei requisiti tecnici, adempimenti e documentazioni.
Premettiamo che l’agevolazione per il risparmio energetico è fruibile per una serie di tipologie di interventi da effettuarsi in casa o sugli edifici, a condizione che l’edificio sia già esistente e non in costruzione, che sia accatastato o con richiesta di accatastamento in corso. Vediamo quali sono le condizioni per fruire dell’ecobonus per il fotovoltaico.
Premesso ancora che per gli interventi di installazione di pannelli solari spetta la detrazione fiscale massima di 60.000 euro, precisiamo che, per fruire dell’ecobonus per il fotovoltaico, gli interventi devono riguardare in particolare l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda non solo per usi domestici o industriali, ma anche per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università.
Requisiti tecnici
Per beneficiare dell’ecobonus per il fotovoltaico, i pannelli solari e i bollitori impiegati devono avere una garanzia di almeno cinque anni, gli accessori e i componenti elettrici ed elettronici devono essere garantiti per almeno due anni. E inoltre, devono essere in possesso di una certificazione di qualità conforme alle norme UNI EN 12975 o UNI EN 12976 rilasciata da un laboratorio accreditato.
Documentazione
Per poter beneficiare dell’ecobonus per il fotovoltaico il contribuente deve produrre una serie di documentazioni da trasmettere all’ENEA e da conservare per eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Asseverazione
Uno degli adempimenti richiesti per fruire dell’ecobonus per il fotovoltaico è l’asseverazione dell’intervento per l’installazione dei pannelli solari. Ovvero:
- Un termine minimo di garanzia (fissato in cinque anni per i pannelli e i bollitori e in due anni per gli accessori e i componenti tecnici);
- Che i pannelli siano conformi alle norme UNI EN 12975 o UNI EN 12976, certificati da un organismo di un Paese dell’Unione Europea e della Svizzera;
- Che l’installazione degli impianti sia stata eseguita in conformità ai manuali d’installazione dei principali componenti.
Se i pannelli solari sono realizzati in autocostruzione, può essere prodotto l’attestato di partecipazione ad uno specifico corso di formazione da parte del soggetto beneficiario.
L’asseverazione può essere sostituita dalla dichiarazione del direttore dei lavori sulla conformità al progetto delle opere realizzate. O anche dichiarata nella relazione che ne attesta la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e relativi impianti termici.
Per gli altri adempimenti per i pannelli solari, anche da trasmettere all’Enea, non è più obbligatorio l’attestato di certificazione (o qualificazione) energetica. La documentazione va trasmessa all’Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori.
I pagamenti
I pagamenti devono essere effettuati tramite bonifico, in presenza di persona fisica. Il sistema di pagamento è quello del bonifico parlante, contenente una serie di dati aggiuntivi rispetto ai bonifici disposti normalmente per altri pagamenti.
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