mercoledì 9 luglio 2014
RIFORMA DEL CATASTO 2014 E TASSE SULLA CASA: COSA CAMBIERA'?
Riforma del catasto 2014 e tasse sulla casa: cosa cambierà?
E' partita venerdì la riforma del catasto 2014 con l'approvazione delle commissioni censuarie. Alto è il rischio di nuovi rincari a causa della decisione di allineare le rendite catastali ai valori di mercato.
Riforma del catasto 2014
Nonostante tutta la riforma ruoti intorno alla necessità dell’invarianza del gettito proprio per assicurare che le nuove rendite non si traducano automaticamente in maxi tasse sulla casa, è alto il rischio che la rendita catastale per il calcolo IMU e la tassa sui servizi indivisibili TASI aumentino anche di 10 volte rispetto al valore attuale. Tutto dipenderà da come i sindaci dei vari comuni rimoduleranno le aliquote e le agevolazioni delle imposte una volta chiusa la riforma.
L’aumento sarà tanto più elevato quanto più basso è il livello delle attuali rendite. L’allineamento progressivo dei valori patrimoniali a quelli del mercato delle compravendite immobiliari e delle rendite agli importi delle locazioni dovrebbe ridurre ed eliminare le attuali sperequazioni. Tutto ciò inciderà sul calcolo di TASI e IMU, che al momento presentano profonde differenze tra le varie zone d’Italia se non tra diverse zone della stessa città.
Commissioni censuarie: escluse le associazioni di categoria
Il decreto attuativo della delega fiscale, varato venerdì e ora in esame al Parlamento, non assicura la presenza dei rappresentati delle associazioni di categoria del settore immobiliare in ognuna delle 103 commissioni censuarie locali, che sono composte da 7 membri ciascuna. Le commissioni censuarie saranno composte dal Presidente, scelto tra magistrati ordinari, amministrativi o tributari, 2 componenti designati dalle Entrate e 1 dall’Anci. Sarà il Prefetto a proporre i componenti indicati da professionisti e associazioni di categoria al presidente del Tribunale, il quale ne nominerà 3. Le associazioni di categoria potrebbero quindi essere escluse dalle commissioni censuarie e non avere la possibilità di esprimere il proprio parere circa il meccanismo di costruzione delle funzioni statistiche che definiscono i nuovi importi. La correzione di rotta sulla formazione delle commissioni censuarie è ancora possibile, poiché la riforma del catasto è ora al vaglio dei pareri parlamentari, e la delega stabilisce un periodo di 30 giorni dalla data di trasmissione.
Mancanza di tutela anticipata per il contribuente
Altro punto di dibattito sulla nuova riforma del catasto è la mancanza di una tutela anticipata per il contribuente. Questo meccanismo avrebbe dato la possibilità di esaminare i reclami dei contribuenti in commissione censuaria prima di un ricorso vero e proprio. L’autotutela del cittadino sarebbe stata opportuna per rendere il sistema più efficiente, favorire la semplificazione delle procedure e interpellare direttamente i membri della commissione censuaria qualificati sull’estimo catastale.
Definizioni delle rendite catastali: l'iter
L’iter per la definizione delle nuove rendite catastali nell’ambito della riforma del catasto dovrebbe seguire diversi passaggi successivi quali:
- Mappatura a partire dalle “microzone”, porzioni del territorio con caratteristiche omogenee.
- Revisione radicale del sistema di vani, classi e categorie (ormai datato) per arrivare agli immobili-tipo su cui costruire gli algoritmi per attribuire i nuovi valori basati sui metri quadrati.
- Individuazione del valore medio di mercato per ogni microzona e per ogni tipologia immobiliare, con applicazione di coefficienti che terranno conto di ubicazione, epoca di costruzione e gradi di finitura. I coefficienti funzioneranno sulla base do un algoritmo che definirà il valore unitario al metro quadro
- Validazione delle funzioni statistiche da parte delle 103 commissioni censuarie.
- Attribuzione del valore patrimoniale medio stabilito attraverso gli algoritmi sulla base del valore di mercato e la nuova rendita che – sempre attraverso le funzioni statistiche – sarà ancorata al valore locativo.
Attribuzione di estimo incoerente: che fare?
Secondo la riforma catastale 2014, in caso di attribuzione di un estimo incoerente il cittadino potrà:
- Fare istanza di autotutela all’ufficio provinciale del Territorio dell’Agenzia delle Entrate. Ciò sarà possibile a partire dalla notifica prevista dal decreto legislativo
- Ricorso alla Commissione tributaria provinciale entro 60 giorni dalla notifica in caso di mancata risposta o rigetto parziale o totale (salvo diversamente indicato dal decreto legislativo in relazione al termine per il procedimento speciale sull’estimo).
Le Commissioni tributarie saranno chiamate a esprimersi nel merito dei valori immobiliari per altre tipologie di imposte, la cui trattazione richiede una formazione specifica.
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